Per chi volesse visitare questo blog nella sua nuova piattaforma, l'indirizzo che avevo dato la volta scorsa era sbagliato, ecco quello giusto:
https://ciclamino1062.tumblr.com
Un caro saluto a tutti, Anna.
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Mi sono trasferita a questo nuovo indirizzo
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venite a trovarmi, mi farà piacere!
Cerco sempre di fotografarli ma non è facile. Capiscono tutto, sono molto intelligenti. Osservandoli ho avuto la soddisfazione di scoprire una loro strategia che conferma questa intelligenza. Ho osservato che mentre spargo le briciole loro non arrivano subito, aspettano che io vada via, e questo non è niente di che, quando però ritornano, al posto che posarsi sui rami dell'albero che è troppo "frontale" rispetto al punto in cui normalmente mi trovo io, si defilano sulla sinistra fingendo di andarsene e arrivando poi da una direzione da cui non potevo aspettarmeli e che dà loro la possibilità di controllare bene la situazione.
Marzo è stato un mese molto bello e sono contenta che duri ancora qualche giorno.
Se ricordo… a volte vieni a me
persino nel sogno, lentamente,
o da sveglio, nel pensiero,
attraverso i sentieri morti.
Allora mi torna in mente come una canzone
antica, pregiata, raffinata,
di ogni volta che a caccia di cinghiali
andavamo nelle notti di chiarore.
Parlavi poco, ascoltavi
il fruscio delle foglie del bosco
poiché tu riconoscevi dall’odore
mufle, cinghiali, pernici, civette.
Le stagioni ti hanno ridotto in polvere,
il tempo ha distrutto il tuo corpo,
ma anche se ora sei caduto in terra,
dal cuore non puoi cadere.
Ti ricordo… e fugge la tristezza
che mi reca il tempo dannoso:
riacquisto i miei colori come la natura
con i fiori di mandorlo in febbraio.
Si mi nd' ammento… mi 'enis a bortas
finament' in su sonnu, a passu lentu,
o, sende ischidu, cun su pensamentu
atraessende sas àndalas mortas.
Tando mi torrat che una cantone
antiga e a deghile e a primore,
totu sas bortas chi a catza 'e sirbones
andaìmis in nottes de lugore.
Faeddaìas pagu, iscurtaìas
sa mòvida 'e sas fozas de su buscu
ca tue connoschìas a su nuscu
murvas, sirbones, pèrdighes, istrìas.
Sas istajones t'an fat'a piuere,
su tempus sa carena t'at distrutu,
ma pro chi sias como in terra rutu
dae su coro no nde podes ruere.
T'ammento… e si che fuit sa tristura
chi mi nde 'atit su tempus dannarzu:
torro in colore che i'sa natura
cun sos frores de mendula in frearzu. (by Piero Marras)
Questo titolo in realtà è un libro di Michele Prisco: qualcuno di voi lo conosce? E' un bravissimo scrittore, molto malinconico, che entra in profondità nei suoi personaggi. E i suoi cieli della sera mi fanno pensare alla corrispondenza che esiste tra psiche e natura, perché la natura rispecchia ogni sfumatura di ciò che avviene dentro le persone. E così i cieli della sera descrivono stati d'animo come: incertezza, attesa, riposo, dubbio, tranquillità, agitazione, fuga, ritorno, nostalgia, certezza, ricordo.
Un inverno dove si desidera quasi un freddo più intenso che non faccia confondere tra loro i mesi. Ma la vita delle piante anche se con diverse eccezioni segue i suoi tempi e continua a darci un riferimento. Così il melograno che ha perso tutte le sue foglie mostra i suoi rami intricati dove si posano gli uccellini. E la terra è nuda e impoverita, e si riposa. Ma è iniziato febbraio e possiamo osservare i fiori della primavera che si preparano. Io non ho resistito alla tentazione di aggiungere accanto alle piantine ormai già ambientate da alcuni anni, anche primule e violette comprate dalla fioraia. Non me ne sono pentita perché l'aiuola che si trova sotto il melograno sembra un pezzo di prato quasi come di un'antica campagna.
Auguri a tutti!